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Sindrome premestruale

ciclo mestruale La sindrome “Premestruale” è una condizione caratterizzata da un complesso di sintomi fisici, psicologici e comportamentali che si presentano ciclicamente durante la tarda fase luteale del ciclo mestruale e che regrediscono con l’inizio del flusso mestruale stesso. La sintomatologia clinica per la sua gravità e per il suo carattere di cronicità, condiziona negativamente la vita lavorativa e affettiva della donna.
L’origine di questa sindrome sembra essere il risultato di una risposta di tipo psicologico, e quindi soggettiva, dell’organismo femminile alle cicliche variazioni endocrine degli steroidi sessuali ovarici.
L’esatta eziopatogenesi rimane ancora sconosciuta e una delle ipotesi più accreditate è che si tratti di una ipersensibilità del sistema nervoso centrale nei confronti delle fluttuazioni cicliche degli steroidi gonadici e dei loro metaboliti neuroattivi, in assenza di alterazioni quantitative degli stessi.
La soglia neuroendocrina è regolata da fattori sia di origine genetica che epigenetica e determina le caratteristiche della risposta adattativa dei principali sistemi neurotrasmettitoriali e ormonali durante la fase luteale.
Proprio questa caratteristica di soggettività della risposta fa sì che le donne che presentano una maggiore sensibilità a livello del SNC sviluppino maggiori sintomi emotivi, comportamentali e cognitivi in presenza di progesterone.
La diagnosi è fatta dalla presenza di almeno cinque sintomi (cambiamenti del sonno, perdita di controllo, ridotto interesse, scarsa concentrazione, mancanza di energia, modificazioni dell’appetito, mastodinia e gonfiore) e uno di questi deve appartenere alla serie disforica (labilità emotiva, umore depresso e tensione-ansia).
La sindrome deve inoltre manifestarsi durante la settimana precedente la mestruazione e deve scomparire entro pochi giorni dall’inizio del flusso.
Esistono alcune evidenze che la soppressione ormonale della funzione ovarica sia in grado di ridurre alcuni sintomi.
In particolare l’introduzione di una terapia ormonale a base di etinilestradiolo a basso dosaggio e un progestinico (drospirenone) ha mostrato una efficacia clinica nell’eliminare la sintomatologia legata al gonfiore e alla ritenzione idrica.
Esistono inoltre alcune evidenze che la formulazione trifasica sia in grado di ridurre i sintomi somatici (mastodinia e gonfiore) ma non le modificazioni del tono dell’umore.
L’evidenza suggerisce pertanto che la terapia estroprogestinica andrebbe somministrata qualora i sintomi riferiti dalla donna siano prevalentemente somatici piuttosto che psichici.