Medico chirurgo specializzato in Ginecologia e Ostetricia
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Infezioni delle vie urinarie
cistite

La cistite è l’infezione delle urine presenti in vescica che causa sintomi quali la frequenza urinaria, il bruciore durante la minzione e un senso di peso a livello pelvico. Talora può essere presente ematuria (sangue nelle urine). La diagnosi di cistite è data dal riscontro di una urinocoltura positiva. E’ importante che il prelievo delle urine venga eseguito, dopo un'accurata detersione dei genitali esterni, in maniera corretta utilizzando le urine del primo mattino dopo aver buttato via il primo getto di urina che viene utilizzato per «lavare» le basse vie urinarie. Il 20% delle donne sviluppa almeno un episodio di cistite ogni anno ma in alcune pazienti gli episodi si ripetono frequentemente diventando ricorrenti (tre episodi negli ultimi dodici mesi o due episodi negli ultimi sei mesi).
La probabilità di cistiti ricorrenti cresce con il crescere del numero degli episodi precedenti. In altre parole dopo un episodio di cistite acuta vi è una sorta di incapacità da parte della vescica a difendersi dall'aggressione batterica. E’ però anche vera l'equazione inversa per cui più è lungo l'intervallo tra gli episodi infettivi meno frequenti saranno le recidive. La causa delle cistiti ricorrenti va spesso ricercata nel serbatoio batterico presente nelle feci. Per tale motivo è indispensabile adottare misure di profilassi per ridurre il rischio di reinfezione. Tra le misure generali da adottare in caso di cistite vi è in primo luogo una buona idratazione (bere circa 2 litri di acqua nelle 24 ore) per diluire e allontanare eventuali germi presenti in vescica. Molto importante è anche regolarizzare l'intestino ricorrendo ad una dieta ricca di scorie e, se necessario, l’utilizzo di blandi lassativi. La stipsi favorisce infatti la moltiplicazione dei batteri fecali che sono la sorgente primaria dell'infezione urinaria. Possono inoltre essere utilizzati i fermenti lattici somministrati per bocca e per via vaginale. Importante nell’igiene intima è usare lavande esterne a pH acido (tra 3,5 e 4,5) ed asciugarsi dall’avanti in dietro e non viceversa per evitare la contaminazione da parte dei batteri fecali. Nei casi più impegnativi può essere instaurata una profilassi farmacologica a basse dosi con un disinfettante urinario preso in monodose ogni 7 giorni per 3-6 mesi, eventualmente associato ad uno specifico integratore.