Incontinenza urinaria da sforzo e da urgenza
Si definisce incontinenza urinaria una perdita involontaria di urina attraverso l’uretra, dimostrabile obiettivamente, che avviene in tempi e luoghi non appropriati.
Si tratta di una patologia molto comune, che coinvolge circa 2 milioni di donne in Italia.
Si distingue tra una incontinenza urinaria da sforzo in seguito a sforzo (starnuto, tosse, esercizio fisico ect) e una incontinenza da urgenza caratterizzata da una perdita accompagnata o immediatamente preceduta da un improvviso e incontrollabile desiderio minzionale dovuto a contrazioni involontarie del muscolo detrusore.
Nell’incontinenza urinaria da sforzo il meccanismo eziopatogenetico vede una patogenesi multifattoriale dovuta ad un indebolimento delle strutture di sostegno e supporto pavimento pelvico - ipermobilità uretrale e ad una diminuzione del tono dello sfintere uretrale – deficit sfinterico intrinseco.
In caso di incontinenza urinaria da urgenza invece la causa principale è la comparsa di contrazioni involontarie del muscolo detrusore. L’eziologia è tuttora sconosciuta nella maggior parte dei casi (iperattività detrusoriale idiopatica) mentre in una minoranza di essi è possibile riconoscere una causa neurologica (sclerosi multipla, lesioni dei motoneuroni, lesioni dei nervi periferici traumatiche ect).
La diagnosi si basa sulla identificazione e quantificazione dei principali sintomi specifici per patologia del basso tratto urinario (incontinenza urinaria da sforzo, urgenza minzionale, incontinenza da urgenza, frequenza minzionale, nicturia, enuresi notturna, difficoltà di svuotamento e infezioni ricorrenti delle vie urinarie).
Fondamentale è l’esclusione di processi infettivi mediante l’urinocoltura e i tamponi uretrali per la ricerca di Mycoplasma e Chlamydia.
Durante l’esame obiettivo lo stress test permette di obiettivare l’incontinenza urinaria da sforzo mentre il Q-tip test permette di valutare la presenza di ipermobilità della giunzione vescico-uretrale.
L’esame principe è l’esame urodinamico che permette di meglio definire e oggettivare il tipo di incontinenza mediante l’esecuzione di una uroflussimetria, dello studio pressione-flusso e del profilo pressorio uretrale.
Posto un catetere in vescica e uno nel retto, entrambi dotati di un trasduttore di pressione, si riempie la vescica con soluzione fisiologica al fine di misurare la pressione durante il riempimento e l’eventuale insorgenza di contrazioni involontarie della sua muscolatura (Cistomanometria).
Poi si valuta la fase di svuotamento della vescica (Studio pressione-flusso). Infine si calcola la massima pressione di chiusura uretrale (profilo pressorio uretrale).
La diagnostica per immagini per la visualizzazione delle basse vie urinarie si avvale dell’ecografica, dell’uretrocistoscopia e della cistouretrografia.
Nei casi di incontinenza urinaria da urgenza la terapia è farmacologica.
Nei casi di incontinenza urinaria da sforzo lieve l’approccio terapeutico prevede una riabilitazione del pavimento pelvico al fine di migliorare il tono muscolare a riposo e la contrazione riflessa dei muscoli deputati alla continenza.
In caso di persistenza dell’incontinenza dopo riabilitazione o in caso di incontinenza urinaria da sforzo moderata e severa la terapia è chirurgica e prevede il posizionamento sub-uretrale di protesi in polipropilene - sling o l’impiego di bulking agents che vengono iniettati a livello dello sfintere uretrale durante la cistoscopia.