Medico chirurgo specializzato in Ginecologia e Ostetricia
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Esame urodinamico

esame urodinamico Con la dizione Esame Urodinamico Invasivo si intendono genericamente tutte quelle procedure diagnostiche (cistomanometria, profilometria uretrale statica e dinamica, studio pressione/flusso, uro flussometria libera con ristagno vescicale post minzionale ed eventuale elettromiografia perineo-sfinterica) volte a riconoscere la presenza di alterazioni funzionali a carico delle vie urinarie inferiori (vescica e uretra).
L’indicazione all’esame viene posta dallo specialista in base a definite condizioni, quali: incontinenza urinaria, ritenzione, alterata dinamica minzionale, sindrome dolorosa vescico-pelvica, prolasso genitale associate o meno ad altre disfunzioni degli organi endopelvici o a patologie organiche locoregionali. In regime ambulatoriale, la valutazione urodinamica assolve un compito essenzialmente diagnostico (e non terapeutico). E' una indagine minimamente invasiva (contemplando necessariamente l’introduzione in vescica e nel canale anorettale di un piccolo catetere).
La durata dell’esame varia normalmente da 20 a 40 minuti.
L’indagine consta fondamentalmente di tre fasi:

  • Cistomanometria (per lo studio funzionale della vescica);
  • Profilometria uretrale (per documentare il tono sfinterico e tutta la situazione “pressoria” endoluminale):
  • Uroflussometria (per registrare la curva minzionale, in tutti i suoi caratteri, il volume emesso, l’eventuale residuo post-minzionale)
  • Si associano inoltre, secondo le specifiche necessità diagnostiche:
  • Lo studio professione-flusso;
  • La valutazione uro-ginecologica con la determinazione del Q-tip uretrale, lo stress-test, l’elettromiografia sfinterica perineale e il Valsalva leak-point pressure.

  • Nella donna la valutazione uro-ginecologica comporta una visita obiettiva e l’esecuzione di semplici manovre quali il riposizionamento di eventuali prolassi, la determinazione del grado di descensus pelvico, la gradazione del Q-tip.
    L’uroflussometria libera consiste invece in una normale minzione, eseguita entro un apposito strumento di registrazione. Per le valutazioni cistomanometriche e profilo-metriche, un piccolo catetere diagnostico, flessibile, viene delicatamente introdotto nell’uretra e risale fino a raggiungere la vescica che verrà poi progressivamente distesa (con soluzione idrica normosalina sterile) così da poterne valutare le variazioni pressorie e le percezioni soggettivamente trasmesse ai diversi gradi di riempimento; un piccolo catetere entro l’ampolla rettale potrà consentire di sottrarre le pressione addominali e di ottenere una corretta determinazione delle pressioni detrusoriali; successivamente si potrà eventualmente eseguire uno studio pressione/flusso o si valuteranno le resistenze uretrali retraendo progressivamente un cateterino dalla vescica al meato esterno.
    La eventuale registrazione elettromiografia perineo-sfinterica richiede l’applicazione di elettrodi di superficie (o di un plug sfinterico-anale su spugnetta).
    Generalmente questo esame non provoca collateralità di rilievo.
    Come per ogni altra procedura invasiva, sono possibili complicanze (peraltro rare ed in soggetti con particolari predisposizioni).
    Tali complicanze sono rappresentate principalmente da escoriazioni dell’uretra, da uretrorragia, e infezione. Manifestazioni di tipo pollachiuria (aumento della frequenza minzionale), bruciore minzionale, urgenza minzionale, incontinenza urinaria, sono generalmente temporanee e facilmente risolvibili.

    PREPARAZIONE UROFLUSSOMETRIA:
    • Evitare sia l’eccessivo riempimento vescicale, sia un riempimento non adeguato (almeno 500cc)
  • Lasciare trascorrere un tempo adeguato (2-3 ore nei limiti del possibile) fra l’ultima minzione e l’esame stesso.
  • E’ utile assumere liquidi in quantità adeguata in questo tempo d’attesa.